musica,  pensieri melensi,  primi amori,  scintille,  V.M.18

abnormally attracted to Tori

Tori Amos è il mio alter ego musicale. Voglio dire, fossi nata musicista avrei voluto farci l’amore anch’io col pianoforte, come fa lei. Avrei voluto mettere enigmi nero su bianco e cantare emozioni di carne.

Avrei voluto lanciare coltellate come questa: “… so, you can make me come, that doesn’t make you Jesus!…”. Per poi fare i conti con paure e insicurezze: “she’s convinced she could hold back a glacier, but she couldn’t keep baby alive. Doubting if there’s a woman in there somewhere…”. E ancora cantare “… when swivelin’ that hip doesn’t do the trick, me pureed sanitarily Mr. sulu…”, lasciando tutti a domandarsi “machemmmminchia avrà voluto dire??!!??!?”.

Questa era la Tori di un po’ di anni fa. Un vulcano in eruzione. Effettivamente nell’ultimo periodo le cose sono un po’ cambiate: lei è un po’ meno enigmatica e la sua musica un po’ meno ispirata. Eppure qui la si aspetta sempre con le orecchie tese e il cuore in mano. Estremamente felici e grate di averla avuta accanto dai 16 anni in poi. Fiere di potersi leccare le ferite, perché non si è mai state “ragazze cornflake”. Pronte a concederle per altri cent’anni il beneficio del dubbio, pur di farsi travolgere di nuovo dalle sue scintille.

Tori Amos – Honey

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