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J.D. Salinger (or if HE just flew away)


Difficile spiegare come e perché certe cose ci restino dentro più di altre, lasciando segni indelebili. Parole, istanti, immagini. Tutto ciò che esperiamo viene filtrato da carne, anima, sensi e cervello. Rinasce attraverso di noi. Irrimediabilmente corrotto dal nostro personalissimo sguardo.

Il giovane Holden è stato la mia prima lettura davvero consapevole dopo insopportabili schede di libri forzate. Sfogliando quelle pagine, senza nemmeno accorgermene, ho cominciato a intravedere l’universo oltre la carta. A sottolineare frasi a matita, a percepire la profondità sconfinata delle parole.

Salinger mi ha preso per mano, proprio come faceva mio nonno quand’ero bambina, e, dalla sponda di quel laghetto in Central Park, in qualche modo ha cambiato per sempre il mio sguardo sul mondo.

Ora se n’è andato. Forse è solo volato via assieme alle sue papere newyorkesi. Lontano dal ghiaccio, a cercare il caldo. Ma andarsene dopo aver cambiato lo sguardo di qualcuno (anche fosse una persona soltanto) è una gran bella cosa.

“… I live in New York, and I was thinking about the lagoon in Central Park, down near Central Park South. I was wondering if it would be frozen over when I got home, and if it was, where did the ducks go? I was wondering where the ducks went when the lagoon got all icy and frozen over. I wondered if some guy came in a truck and took them away to a zoo or something. Or if they just flew away…”

ON AIR: The Boy In The Bubble (Peter Gabriel)

2 commenti

  • Skeno

    Io l’ho letto da adulto… è veramente una pietra miliare, se poi pensiamo che è stato scritto quasi 60 anni fa…

    C’è anche da dire che in fin dei conti è la storia di un viziatello sfaccendato. Però… gran libro. E poi il titolo italiano non rende giustizia al titolo vero che, già da solo è “una bella storia”.

    Ciao
    Skeno

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