amarcord,  musica,  scintille

i Jethro Tull, il Carducci e il mio grazie

Premessa:
Viviamo in una società così poco sensata, che quando decidiamo di fare un gesto carino nei confronti di qualcuno, spesso evitiamo di farlo per paura di esser presi per degli psicopatici.

Io questa volta però me ne sono fregata: il mio gesto carino l’ho fatto. E senza pensarci su.

Parcheggio del supermercato. Salgo in ascensore, per tornare alla macchina, col carello della spesa pieno. Accanto a me c’è una ragazza, anche lei col suo carrello. La riconosco subito. Lei è quella che ai balli di fine anno del Carducci (il mio liceo) portava sempre dei pezzi straordinari, per coreografia e musica.

Io – “Scusa, sbaglio o anche tu andavi al Carducci?”
Lei
(con aria interrogativa) – “Eh… si…”
Io
– “Sai che ricordo ancora i tuoi balletti di fine anno?”
Lei
– (sorridendo) “Oh, davvero…? Una fan. Come fai a ricordarteli…?

Le spiego che, oltre a ballare davvero bene, era l’unica che sceglieva sempre brani da urlo. E, non contenta, aggiungo: “Un anno, ricordo, ballasti su My God dei Jethro Tull. Quel pezzo è straordinario. Ho comprato Aqualung dopo aver visto il tuo spettacolo. Mi hai fatto scoprire i Jethro Tull. Insomma… grazie!”

Lei continua a guardarmi con aria un po’ imbarazzata, poi sorride di nuovo e ricambia il mio “grazie”. La saluto e, mentre salgo in macchina, penso che i grazie nel mio carrello sono tanti. Molti più delle sporte della spesa di stasera. Per tutto quello che, anche inconsapevolmente, mi avete fatto sentire, vedere, capire. Per ciò che mi sarebbe sfuggito, se non fosse stato per i vostri gesti.

Ecco, quel “grazie” stasera lo dedico a voi, che mi siete capitati attorno, che avete sempre avuto voglia di comunicare davvero qualcosa. Con l’augurio che questa voglia non la perdiate mai. Io, la mia, me la tengo stretta.

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