Andate e ritorni (lunedì agrodolce)
Che non va oggi, c’è che a soli 44 anni se n’è andato un pianista jazz che amo molto. L’arcipelago di Stoccolma si è preso Esbjörn Svensson, mentre faceva un’immersione. Il mare svedese l’ha sicuramente voluto per quell’atmosfera speciale che ha sempre saputo creare con la sua musica (il brano del video qui sopra è uno dei miei preferiti).
Di dolce c’è il ricordo della serata di ieri. Bob Dylan al giardino di Palazzo delle Albere, a Trento. Che poi è stato un ritorno poco folk e molto rock. Più grintoso che dolce. Ma Lay Lady Lay, ascoltata dalla prima fila sotto il palco (vedi scatto sopra), freddo a parte, mi ha provocato parecchi brividi.
Un po’ meno piacevole invece lo spintone che mi ha riservato un energumeno a fine concerto. Sulla coscia sinistra ho un livido che pare un’enorme voglia di ciliegia. Ma questa è un’altra storia.
4 commenti
michela
dispiace per il livido…vale sei mitica!!!e che invidia…(il freddo era anche qui, non solo a Trento)
Valentina Giampieri
@michela Oggi infatti si gela… altro che brividini…
Dr.Divago
era meglio se invece che aspettare la fine del concerto andavo subito a dargli una ginocchiata nelle palle, così, senza parere….invece ha visto che lo curavo e si è imboscato.
l’energumeno, eh, non mr.Zimmermann!!
Dr.Divago
poco folk e molto rock, ma io insisto a dire che la prima parte del concerto è un pesante tributo al beat, come esso viene descritto nelle didascalie della mostra milanese sui beatles.
la seconda parte è altrettanto muscolarmente blues-rock, e alla fine il batterista ha due braccia così: ammazza come ci dà dentro!