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Io, la Giusi, Robert Smith e gli anfibi

Ne sono passati di anni da Boys Don’t Cry e le altre, ma Robert Smith ha ancora lo stesso rossetto sbavato, lo stesso ombretto e lo stesso "taglio" di capelli. In ottobre uscirà 4:13 Dream, il nuovo album dei Cure, da cui è tratto anche il pezzo del video qui sotto (The Perfect Boy). E, dal primo ascolto, il look di Smith non sembra essere l’unica cosa "simile" al periodo eighties…

La Giusi ci perdeva la testa. Letteralmente. Era innamorata di Robert e del suo pallore lunare. Credo lo sia tuttora. E, nonostante lui avesse qualche chiletto di troppo e un look tra il dark e l’androgino, comprendevo potesse esercitare su di lei un certo fascino.

Su di me intanto facevano presa le note di 10:15 Saturday Night, Lovesong, Charlotte Sometimes, Harold and Joe e mille altri pezzi che la Giusi mi aveva accuratamente messo su musicassetta. Mi piaceva atteggiarmi a reginetta dark, introspezione e aria malinconica al seguito, ma a lei veniva decisamente meglio. Capelli neri corvini, occhi castani, sigaretta tra le labbra e cerone bianco in viso. Caspita se le calzava bene quella parte!

Per me, Smith e compagni sono anche questo: giornate passate in compagnia di una delle mie più care amiche (sedute per terra, anfibi neri ai piedi), a cantare e interpretare i testi di alcune tra le cose migliori (musicalmente parlando) degli anni ’80.
Quindi, Robert, per favore, vedi di non distruggermi il mito!

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