La compilation perfetta: istruzioni per crearne una
Di compilation nella mia vita ne ho fatte davvero tantissime. Per parenti, amici, compagni di scuola, professori, colleghi… Ho cominciato con le musicassette per poi passare ai cd. Al momento le playlist le carico direttamente sui loro iPod.
Così, prendendo spunto dalla celebre scena di Alta fedeltà, ho deciso di stilare, in 10 punti, le mie personalissime (e discutibilissime) indicazioni per dar vita a una buona compilation.
Nick Hornby scriveva: “Registrare una buona compilation per rompere il ghiaccio non è mica facile. Devi attaccare con qualcosa di straordinario, per catturare l’attenzione (all’inizio pensai di cominciare con Got to get you off my mind, ma poi mi resi conto che c’era il rischio che Laura non andasse mai oltre la prima canzone del lato A, se le davo subito quello che si aspettava, così finii col seppellire Solomon Burke in mezzo al lato B), poi devi alzare un filino il tono, o raffreddarlo un filino, e non devi mescolare musica nera e musica bianca, a meno che la musica bianca non sembri musica nera, e non devi mettere due canzoni dello stesso cantante di seguito, a meno che non imposti tutto il nastro a coppie, e… beh, ci sono un sacco di regole.”
Io la penso più o meno così:
1. Il primo pezzo dev’essere grande. Non straordinario, per non bruciare il resto della compilation, ma grande abbastanza per far capire che stai facendo sul serio.
2. Diversamente da un regalo, la musica va scelta secondo i propri gusti e non secondo quelli dei potenziali ascoltatori. Non mettere canzoni, che secondo te sono brutte, soltanto perché sai che piaceranno agli altri. Più una compilation è sentita, più coglierà nel segno.
3. Non aver paura di mischiare i generi: rock, pop, jazz, lirica… La musica è così incredibilmente variegata. E una playlist eclettica difficilmente rischia di risultare noiosa.
4. Non far troppo riferimento alla stagione, al contesto o a eventuali ricorrenze. Punta piuttosto su mood e atmosfera. La compilation natalizia perfetta può anche non contenere nemmeno una canzone di Natale.
5. Una playlist è un po’ come una lettera: se ci metti parole, non metterle a caso. Sceglile in modo che diventino parte integrante del messaggio che vuoi far passare.
6. Non sottovalutare anche aspetti più tecnici: normalizza sempre le tracce, prima di masterizzarle. I repentini cambi di volume da un pezzo all’altro possono decisamente compromettere la buona riuscita di un ascolto.
7. Non cercare a tutti i costi di essere trendy. Non mettere un brano, senza nemmeno averlo ascoltato, solo perché su Pitchfork lo definiscono un capolavoro. E’ la tua compilation: il tuo giudizio personale conta più di tante classifiche.
8. Non aver paura che la playlist risulti datata, solo perché ci hai messo dentro anche i Beatles o i Rolling Stones. Guardiamo in faccia la realtà: le cose musicalmente più innovative non sono roba dei giorni nostri.
9. Ci sono pezzi che pensi di conoscere soltanto tu? Se li ritieni speciali, mettili. Che importa se sarai l’unico a canticchiarli. Una playlist è anche un’ottima occasione per condividere cose belle. La volta successiva a conoscerli sarete almeno in due.
10. Chiudi sempre in bellezza. L’ultimo brano deve sì accompagnare le orecchie alla porta, ma anche lasciare un’eco che continueranno a sentire per un po’.
(grazie a PJ per avermi ispirato questo post)
5 commenti
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Francesco Marchi
Bello, mi ritrovo praticamente in tutte le regole. Devo dire che qualche anno fà ero un vero maniaco delle compilation, ora mi è un po’ passata. E dire che all’epoca non conoscevo neanche Alta Fedeltà! Sceglievo un pezzo che ben rappresentasse il messaggio che volevo comunicare e che usavo anche come titolo. Intorno a quello sceglievo e distribuivo gli altri seguendo l’atmosfera. Il mio delirio si era spinto a livelli assurdi: usavo come copertine solo foto fatte da me apposta per cogliere la stessa l’atmosfera dei pezzi; montavo dei rumori (tipo i battiti del cuore dei pink floyd) in apertura o in chiusura della compilation. Ora sono guarito…:)
Aggiungo un paio di consigli ai tuoi:
1) scegliere la durata delle pause tra un pezzo e l’altro con cura. Per esempio, prima di un pezzo lento o acustico servono più secondi che prima di uno ritmato.
2) Non riempire per forza tutto lo spazio del cd (o cassetta). Quando l’equilibrio tra i pezzi è perfetto bisogna sapersi fermare senza pensare troppo alla durata!
Ciao!
Francesco
lovlou
Belissimi i tuoi due punti, Francesco! Il numero 1 soprattutto. 🙂 Grazie.
mau
eccone una per te. ciao
1)Some Poor Soul – Family
2)Songs and Signs – caravan
3)atlantide – de gregori
4)heaven – talking heads
5)back in the fire – paul weller
6)Tutte le lingue del mondo – Lolli
7)almost blue – chet baker
8)saturday in the park – chicago
9)ecco i negozi – battisti
10)Ruby Tuesday – rolling stones
11) Where The Wild Roses Grow – n.cave
12) febbraio – alice
lovlou
Grazie, Mau! ottimi pezzi.